Design industriale: alla ricerca dell'equilibrio tra estetica e funzionalità
11/10/2024
Come si può trovare un punto di collegamento tra il mondo industriale, fortemente concentrato sugli aspetti tecnici e realizzativi di un prodotto, e la fantasia estetica dei creativi? Come è possibile stimolare una continua ricerca e sperimentazione, anche all’interno di ambienti imprenditoriali?
Semplice! Con un progetto didattico che mette in relazione un’azienda e una classe di studenti per la realizzazione di un prodotto nuovo che diventi tangibile e concreto grazie a uno scambio che arricchisce e valorizza ogni figura coinvolta.
È proprio in questo modo che è nata Lumi, il prototipo di una cucina outdoor in metallo, parte della collezione STABI8, ideata dagli studenti del corso di Design I del biennio specialistico in Interior e Urban Design di Accademia SantaGiulia, guidati dai docenti Elena Rogna e Michele Scarpellini, e realizzata dall’azienda bresciana Siderio.
Siderio è una carpenteria metallica attiva da più di 50 anni: si definiscono i falegnami del ferro per la precisione con cui lavorano, l’attenzione che mettono nei dettagli e la ricerca puntuale sul design del prodotto. Si occupano principalmente della produzione di articoli in ferro per negozi di arredo e interior designer e, insieme ai giovani studenti, si sono messi alla prova per realizzare un mobile per esterni che incarnasse uno spirito di socialità e condivisione.
Lavorando come se l’azienda fosse il committente reale, con compromessi da ricercare, gli studenti sono partiti dal brief e hanno seguito, dapprima in aula e poi direttamente in azienda, tutte le fasi di sviluppo e di prototipazione del progetto.
Con Mattia Delbarba, Project Manager di Siderio, abbiamo ripercorso le tappe del progetto didattico per capire cosa spinge un’azienda a investire tempo e competenze nel dialogo con gli studenti e che valore aggiunto offre questo confronto al processo di sviluppo aziendale.
Da dove nasce l’idea?
"In Siderio, da quattro o cinque anni, sperimentiamo e realizziamo mobili da esterno senza avere una linea definita. Confrontandoci con la docente Elena Rogna, con cui abbiamo collaborato a diversi progetti di design, abbiamo pensato di dar vita a questa idea per dare un’impronta a questa esperienza e creare una collezione complessiva partendo proprio da un prototipo. C’è stata la necessità di mettere ordine in tutti i nostri preconcetti: noi siamo tecnici e ci manca l’aspetto architettonico, così il supporto degli studenti del biennio in Interior è stato fondamentale".
Quali sono state le fasi progettuali?
"C’è stato un primissimo incontro in Accademia dove abbiamo condiviso ciò che volevamo fare così ho dato loro degli input in relazione alle richieste che il mercato fa a noi ogni giorno. Dopo un paio di mesi, durante i quali i ragazzi hanno elaborato alcune idee, sono venuti a trovarci in azienda per definire il progetto nei dettagli. Dopo aver realizzato il disegno architettonico della loro idea, ci siamo presi carico della parte legata alla progettazione tecnica e all’industrializzazione del prodotto, valutandone la fattibilità. Abbiamo quindi visto e verificato che le cose funzionassero e abbiamo chiuso questa prima fase con un incontro prima di mandare in produzione la cucina, per mostrare ai ragazzi come abbiamo schematizzato la loro idea a livello di design ed estetico. Abbiamo illustrato loro la scelta dei materiali e degli spessori utilizzati per rendere il progetto fattibile.
Poi siamo passati alla produzione vera e propria del prototipo che è stato tagliato e assemblato, verniciato del colore scelto dagli studenti e portato in mostra per raccontare la complessità e gli obiettivi di questo progetto, sia dal punto di vista di un’Accademia di Belle Arti come SantaGiulia che dal punto di vista dell’azienda che lavora al fianco di questi giovani creativi".
Il progetto è stato fortemente influenzato dal contesto industriale in cui si è sviluppato: dall’idea della creazione di un prototipo di una cucina in metallo per esterni, gli studenti hanno lavorato ricercando continui compromessi per coniugare i materiali, la funzionalità e le tipologie di lavorazioni realizzabili dall’azienda con l’essenza dei concetti di convivialità e di brescianità richiesti dal concept stesso.
Entrare, anche attraverso dei progetti di questo tipo nel mondo reale, è fondamentale per comprendere le dinamiche professionali che attendono i giovani studenti una volta fuori dalle aule accademiche.
Quali pensa siano gli aspetti più utili per gli studenti di lavorare con un’azienda?
"Sicuramente la possibilità di avere un confronto con delle figure tecniche: in ogni idea, si parte dagli aspetti architettonici ed estetici che sono molto importanti perché ci permettono di distinguerci sul mercato; dall’altra parte, però i progetti devono funzionare nella realtà.
Quello che spero che abbiano compreso è che le idee sono fattibili, ma si tratta di aggiustare alcuni dettagli tecnici, trovando espedienti realizzativi, spesso sottovalutati.
In tutto questo panorama complesso, poi, non bisogna dimenticare di valutare attentamente gli aspetti commerciali e il target di riferimento: quanto costa fare ciò che ho in mente? È alla portata del mio cliente? Gli piacerà?"
Si tratta quindi di trovare il punto di equilibrio tra moltissime componenti diverse: tecnica, tecnologia, estetica, creatività, pubblico, mercato. E il progettista e il designer, che ruolo ricoprono nella ricerca di questa armonia? Ce l’ha detto proprio Mattia Delbarba: “Prima imparano a trovare il compromesso tra ciò che è bello e ciò che è fattibile, prima diventeranno professionisti completi”.
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