La scenografia: dall’immaginazione alla realtà
17/09/2024
Michela Brignoli, classe 1997, è una scenografa professionista attiva a Milano e non solo. Il suo lavoro intreccia la scenografia più tradizionale con quella più innovativa, grazie alle sue competenze classiche e digitali.
Teatro, cinema, televisione, pubblicità, vetrine, set fotografici ed eventi: sono molti i contesti in cui si confronta quotidianamente.
Da dove inizia il lavoro dello scenografo?
Dall’immaginazione, perché senza di essa questo lavoro non esisterebbe. La scenografia si fonda proprio su questo concetto: immaginare, dare vita a idee che poi diventano concrete e reali; sognare con la testa e poi creare con le mani. Questo è il lavoro dello scenografo.
Parlaci un po’ di te e del tuo percorso accademico. Come sei arrivata fino a qui, già un anno dopo al conseguimento del diploma specialistico?
Ho frequentato il triennio di Scenografia e, a seguire, il biennio specialistico in Scenografia e Tecnologie dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia. Se nel triennio ho appreso le competenze fondamentali per la professione di scenografo, è stato il biennio a essere determinante nella mia carriera. Questi due anni mi hanno permesso di arricchire notevolmente le nozioni apprese nel triennio, diventare più autonoma e più sicura delle mie capacità. In particolar modo, ho avuto la determinazione di propormi subito nel mercato del lavoro, proprio perché durante la formazione avevo già svolto le prime esperienze lavorative, sviluppando quello che gli scenografi definiscono uno “stile progettuale”, che ora mi permette di differenziarmi dagli altri colleghi e che identifica me e la mia professionalità.
Quali sono state le esperienze che ti hanno permesso di definire il tuo “stile progettuale”?
Le esperienze sul campo affrontate durante il biennio specialistico, il confronto con i miei docenti – registi, scenografi, architetti, illuminotecnici, storici del teatro e dello spettacolo (e molti altri professionisti del settore!) – sono stati utili per comprendere il mio linguaggio espressivo e la dimensione professionale a cui ambire. Nel 2021, 'Lili Elbe Show' a Montepulciano è stata una bellissima esperienza: io e i miei colleghi, coordinati dai nostri docenti Giacomo Andrico, Lorena Zani e Maria Grazia Caglio, abbiamo ideato e progettato i costumi e gli oggetti di scena di questo spettacolo molto acclamato dalla critica. Ho sperimentato cosa significa lavorare con una vera produzione teatrale per la realizzazione delle scenografie del musical 'Jesus Christ Superstar' a Montichiari; e per ultimo, ma non per importanza, la collaborazione per lo spettacolo 'Sola' al Teatro Mina Mezzadri di Flero. In quest’ultimo spettacolo, l’attrice bresciana Giuseppina Turra era sola in scena, conficcata nel terreno, ancorata alla vita, parlando dell’attaccamento all’esistenza e alla felicità. Era sola sul palco... grazie anche alla scenografia che avevamo realizzato noi!
E così, come queste, molte altre esperienze hanno contribuito a rendermi la professionista che sono oggi. Sono molto riconoscente nei confronti dei miei docenti, che sono stati presenti nella vita accademica mia e dei miei colleghi. Mi hanno sempre coinvolto nei loro progetti, affiancato, ascoltato e supportato. Aspetti che non bisogna dare per scontati.
Qual è il plus di lavorare all'interno di realtà diverse, occupandosi di progetti eterogenei e dedicandosi ad attività differenti? Come le diverse anime della scenografia dialogano nel tuo percorso professionale?
Spesso si pensa che sia necessario scegliere un ambito e specializzarsi solo in quello; l’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia mi ha dimostrato che non è così. Durante il triennio, ho acquisito un metodo progettuale; nel biennio, ho imparato i linguaggi e approfondito gli strumenti per scegliere poi quelli che mi appartengono maggiormente. Il mondo della scenografia, infatti, è molto ampio e variegato, e fare esperienze diversificate consente di capire le diverse sfumature di questa professione. Questo è l’approccio che ho portato poi nella mia professione: lavorando come libero professionista, vengo coinvolta in diversi settori e ambiti della scenografia, dalle aziende che si occupano di aspetti tecnologici a progetti di scenografia più tradizionali.
Sono contenta del percorso che ho intrapreso, che mi ha dato molte soddisfazioni e che mi ha portato fino a qui! Sono partita da zero, ho imparato a immaginare, disegnare e progettare; il biennio è stato il percorso che mi ha portato a diventare una professionista. Ora ciò che immagino non rimane solo nella mia testa o sul foglio di carta: diventa reale!
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